https://video.repubblica.it/dossier/immigrati-2015/migranti-bonino-scuote-il-senato-voi-sapete-come-me-qual-e-la-verita/311358/311998
https://video.repubblica.it/dossier/immigrati-2015/migranti-bonino-scuote-il-senato-voi-sapete-come-me-qual-e-la-verita/311358/311998
Un Governo che davanti ai morti in mare di cui è fortemente responsabile parla di bambolotti e di fake news è un Governo che fa schifo.
Simone Salvi
In questo articolo dell’ottima Annalisa Camilli, pubblicato su Internazionale.it, si smontano le ormai abusate teorie di Marco Travaglio a riguardo della presunta connivenza tra ONG e scafisti.
Ne raccomandiamo fortemente la lettura.
https://www.internazionale.it/bloc-notes/annalisa-camilli/2018/07/11/travaglio-ong-migranti
Torniamo a ripetere che nel dibattito sull’immigrazione si confondono spesso le vittime con i colpevoli. Il successo politico di Salvini si è basato, tra l’altro, sulla promessa di fare “pulizia”. Ma pulizia da chi? Pulizia dovrebbe essere fatta verso coloro che lucrano sull’immigrazione, quindi verso i trafficanti di uomini, verso le mafie e il caporalato, non sulla pelle di poveri disperati, come invece sta accadendo dall’inizio di questa legislatura.
Simone Salvi
L’ Africa è potenzialmente il continente più ricco del pianeta Terra ma vi vivono le persone più povere del pianeta Terra. Le responsabilità sono di noi europei, che l’ abbiamo colonizzata, sfruttata e che continuiamo a sfruttarla. E oggi vorremmo respingere coloro che da là scappano? Con quale coraggio?
Simone Salvi
In questi giorni non riesco a guardare il mare, mi dà dolore e vergogna. Nel Mediterraneo sta avvenendo un’ecatombe e il Governo italiano anziché fare il possibile per cercare di salvare vite in mare chiude i porti.
Mi vergogno profondamente di essere italiano.
Simone Salvi
Vorrei vivere in un Paese che non chiude le porte, e i porti, a chi si trova in difficoltà.
Simone Salvi
Segen appena sbarcato a Pozzallo il 12 Marzo 2018
In lingua tigrina Segen è nome di donna, ma nei villaggi eritrei è anche l’attributo con cui vengono indicate persone che per la loro magrezza hanno il collo particolarmente lungo, simile a quello di uno struzzo o di un cammello. Anche Tesfalidet Tesfom, il ragazzo di 22 anni morto di fame il 13 Marzo scorso all’ospedale di Modica, portava il soprannome Segen. Tesfalidet era partito da Mai Mine, villaggio nella Eritrea devastata e impoverita dal conflitto con l’Etiopia. Dopo un anno e mezzo di permanenza in Libia, dalla quale è riuscito a scappare, il 12 Marzo è stato recuperato in mare insieme ad altre 81 persone dalla nave della ONG spagnola Proactiva Open Arms. Il primario del Pronto Soccorso dell’ospedale di Modica, dottor Roberto Ammatuna, ha raccontato che la vista di Segen gli ha ricordato le immagini delle persone liberate dai campi di concentramento tedeschi. Del resto è stata l’ONU per prima ad utilizzare l’espressione lager in riferimento ai campi profughi in Libia. “Gli ho chiesto perché era in quelle condizioni e lui ripeteva Libia, Libia”, racconta il dottor Vincenzo Morello, il medico dell’Usmaf che al momento dello sbarco ha preso in braccio Segen, come un figlio. Nel portafogli del giovane eritreo, scritte su biglietti intrisi di salsedine, sono state trovate alcune poesie in lingua tigrina che sono state tradotte in italiano e diffuse previa autorizzazione della famiglia. Il corpo di Tesfalidet ridotto a poco più che le ossa, per un totale di appena 35 chili, è stato sepolto nel piccolo cimitero di Modica. Secondo le leggi vigenti in Italia, i molti Segen provenienti dall’Eritrea sono migranti economici, quindi clandestini e per questo motivo da respingere. Quella tra migranti cosiddetti economici e migranti di guerra è una distinzione ipocrita e disumana che dalle pagine di questo blog abbiamo più volte denunciato. Una distinzione che mostra inoltre l’ amnesia globalizzata che sta affliggendo l’ Italia e altri Paesi europei. Limitandosi all’Italia, i cittadini italiani che oggi vorrebbero respingere questi nostri fratelli dimenticano che i milioni di italiani emigrati all’estero nei decenni a cavallo tra Otto e Novecento erano tutti migranti economici, dato che guerre nel Paese non ve ne erano. Davvero paradossale che la Regione nella quale la Lega di Salvini ha ottenuto il maggior consenso elettorale alle ultime elezioni, il Veneto, è stata la Regione dalla quale sono partiti il maggior numero di migranti italiani che scappavano dalla fame al motto di “Mi emigro per magnar”. Dovremmo anche tenere presente che a causare le migrazioni su motivazioni economiche spesso siamo stati, e ancora siamo, proprio noi europei, che viviamo da questa parte del mare e che ci siamo spartiti l’Africa a tavolino in base ai nostri egoismi, alla nostra avidità di denaro e talvolta in nome di una ridicola presunzione di supremazia di diritti su questo pianeta. Riflettendo sulla storia di Tesfalidet e sui tanti Segen che ogni giorno lasciano la loro terra e i loro affetti, penso alla frase che chiude il brano Auschwitz di Francesco Guccini: “Io chiedo quando sarà che l’uomo potrà imparare a vivere senza ammazzare”. Forse quel giorno non ci saranno più Segen.
Simone Salvi
Pubblichiamo qua il testo delle poesie di Segen.
Tesfalidet Tesfom, morto di fame a Modica il 12 Marzo 2018
“Alle menschen werden bruder” – tutti gli uomini saranno fratelli- recita un verso dell’Inno alla Goia scritto da Friedrich Schiller e musicato da Ludwig van Beethoven, che lo pose a chiusura della sua nona sinfonia. Dal 1972 questo brano è stato scelto come Inno dell’Europa unita e nel 2017 dal Presidente della Repubblica francese Macron come musica per il suo insediamento all’Eliseo. Leggendo le notizie che giungono dalla Francia in questi giorni, di donne incinte respinte al confine, di esseri umani che aiutano altri esseri umani e che per questo motivo rischiano il carcere e guardando il video qua sotto, viene da domandarsi se Macron abbia letto e tradotto il testo di Schiller.
Simone Salvi
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/04/05/migranti-polizia-francese-trascina-fuori-da-un-treno-una-donna-incinta-proveniente-da-ventimiglia/4273435/
Mar Mediterraneo, Marzo 2018. Sì, 2018.
“Quello che mi impressiona è che sembra di tornare a 70 anni fa, quando abbiamo visto quelle drammatiche scene di un campo di concentramento e quegli esseri umani, gli ebrei, ridotti pelle e ossa. […] Arrivano persone malnutrite, morte di fame e di sete o per stenti fisici. Ci vuole una strategia europea, un Paese civile non può tirarsi indietro.”
Dr. Roberto Ammatuna, Sindaco di Pozzallo e Primario di Medicina d’Emergenza e Urgenza all’Ospedale di Modica.
Simone Salvi