Un bellissimo e commovente ritratto di Luca scritto da Andrea Riccardi

“In Serianni c’era la concezione della continuità tra cultura alta e cultura popolare, senza cui la prima restava arida erudizione. L’accademico dei Lincei era infatti convinto che l’erudizione, la più raffinata, si potesse spezzare e comunicare, perché in un Paese sconnesso c’era una cultura di popolo da ritessere. […]
Nella sua sobrietà laboriosa e nelle convinzioni che comunicava con estrema umiltà, Luca Serianni aveva un animo da grande cristiano […]
C’era in lui qualcosa di profondamente francescano, che si esprimeva nella semplicità umana, nella generosità verso i giovani ma anche verso i più poveri. Francesco d’Assisi, la cui rivoluzione religiosa e culturale era qualcosa su cui aveva meditato, rappresentava una segreta ispirazione nel vivere la vita. Viveva infatti la sobria serenità di una vita generosa, aperta e offerta agli altri.”

Firenze, Museo di San Marco

Mi scompagina ogni volta per la sua tanto scarna quanto sublime essenzialità (eppure quante volte nei miei anni fiorentini mi sono fermato ad ammirarla in quella angusta celletta), con Maria che sembra un fuscello, quasi incorporea, ineffabile e dolcissima, come fosse puro Spirito.
GUIDO DI PIETRO, meglio conosciuto come BEATO ANGELICO (1395-1455)
ANNUNCIAZIONE DELLA CELLA NUMERO 3, Firenze, Museo di San Marco: quella che Giorgio La Pira, residente nel convento, amava particolarmente.