Nelle miniere di Coltan

In questo video trasmesso dal programma televisivo Nemo potete conoscere in modo approfondito la realtà della miniere congolesi nelle quali si estrae il Coltan. Coltan è la forma abbreviata di columbite- tantalite, una lega metallica complessa a base di Tantalio largamente utilizzata dall’industria degli smartphone. Il video è eloquente sulla condizione dei lavoratori di queste miniere, condizione che è più simile alla schiavitù che al lavoro. I turni lavorativi sono di almeno dodici ore al giorno per una retribuzione mensile di circa 50 dollari. Molte di queste persone scappano da quella condizione per cercare un lavoro e una vita più dignitosa altrove, raggiungendo spesso l’Europa. E in Europa le leggi classificano loro come migranti “economici”, cioè persone che non scappano dalla guerra e che per questo non hanno diritto allo status di rifugiato, risultando perciò “clandestini” e quindi da espellere. Uno dei gesti più comuni della nostra quotidianità è quello di tenere in mano il nostro smartphone. Forse è proprio dalla visione di questo video che dovremmo iniziare a riflettere sullo sfruttamento, sulla disumanità e sulla sofferenza che questo comune dispositivo elettronico contiene. E forse, allora, smetteremmo finalmente di pensare di poter respingere questi esseri umani.

Simone Salvi

 

https://www.youtube.com/watch?v=WCFKWgu4u1g

 

Nave Diciotti

In merito alla questione della nave Diciotti il Ministro Salvini afferma di avere la coscienza a posto e di non temere il Colle. Lasciando solo per un istante da parte l’aspetto umanitario, che evidentemente esula dalla persona del Ministro dell’Interno, il suo agire relativamente a questo caso è violazione di numerosi articoli del Diritto Internazionale, tra i quali alcuni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, e di alcuni della Costituzione Italiana, che all’articolo 13 recita così:

“La libertà personale è inviolabile.
Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.”[…]

Simone Salvi

Lettera al Presidente Mattarella sulla questione della Nave Diciotti

Egregio Presidente della Repubblica Italiana Professore Sergio Mattarella,

da cittadini costantemente indignati dalla condotta dell’attuale Governo nei confronti della gestione del fenomeno migratorio le scriviamo sperando in un suo nuovo intervento a proposito dell’attuale situazione della nave Diciotti. Sorvolando sull’aspetto umano della questione, ormai quotidianamente trascurato da questo Governo, trovo urgente segnalarle che la condotta dei Ministri Salvini e Toninelli è illegale e pone l’Italia in una condizione di illegalità basata sulla violazione di accordi internazionali e di diversi codici di tale diritto. Le incollo qua sotto il link per la lettura di un articolo dell’ottima Annalisa Camilli, pubblicato a Giugno 2018 sulla rivista Internazionale, nel quale si spiega, in termini di diritto internazionale, i motivi di tale illegalità.

Confidando nella sua attenzione e in una imminente risoluzione del caso all’oggetto,

porgiamo distinti saluti.

 

Simone Salvi

Mariano Puxeddu

Tiziana Reni

https://www.internazionale.it/bloc-notes/annalisa-camilli/2018/06/11/porti-immigrazione-ong

 

De André e Magnasco

In questa celebre foto che ritrae Fabrizio De Andrè, scattata da Guido Harari, tra gli oggetti che figurano sul letto del cantautore genovese vi è un catalogo di opere di Alessandro Magnasco (1667-1749). Il pittore, anch’ egli genovese di nascita, è stato artista eclettico e brillante, specializzato in scene di genere spesso ambientate ai cosiddetti “margini” della società, nelle quali l’artista, con ironia sottile in punta di pennello, beffeggia l’aristocrazia del suo tempo. Il dipinto qua sotto, “Trattenimento in un giardino di Albaro”, dipinto intorno al 1740 e oggi conservato al Museo di Palazzo Bianco a Genova, è la sua opera più celebre. Il muro sbreccato e il giovane povero che sta per scavalcarlo sono chiari simboli, rispettivamente, della decadenza dell’aristocrazia di quel tempo e della volontà dell’artista di criticarne i costumi. Non è dunque un caso che tra i pittori preferiti di Fabrizio De André vi fosse Alessandro Magnasco. Ad unire i due artisti era proprio la vicinanza ai cosiddetti “ultimi”, cioè i poveri, gli emarginati, gli zingari, le prostitute. Le canzoni di De André raccontano spesso dei “quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi” (La Città Vecchia, 1965) nei quali vivono, o più spesso sopravvivono, queste persone. Basti pensare alla struggente “Khorakhanè”, dedicata all’omonima etnia rom e al loro eterno peregrinare, inserita nell’album “Anime salve”(1996), titolo questo che si riferisce a quelle anime “ultime” ai quali il cantautore si sentiva vicino. Coloro che oggi ascoltano De André e votano Salvini, che vorrebbero respingere il migrante e cacciare il Rom, dovrebbero domandarsi se si sentono sicuri di aver capito parole e lezione del grande cantautore.

Simone Salvi

Dante e la visione di Dio

Nel XXXIII del Paradiso Dante si trova nell’Empireo, dove grazie alla preghiera di San Bernardo alla Vergine e alla di lei intercessione, è finalmente pronto alla visione di Dio. Il Poeta ammette l’insufficienza della sua lingua a descrivere tale ineffabile visione (“Da quinci innanzi il mio veder fu maggio/ che ‘l parlar mostra, ch’a tal vista cede,/e cede la memoria a tanto oltraggio. Par.XXXIII, vv. 55-57). Dio appare al Poeta pellegrino come un punto luminoso (luce etterna, ivi, v. 83) nel cui vede racchiuso tutto l’Universo. Nel descrivere questa visione Dante crea una delle sue più celebri terzine e sicuramente una delle più alte -forse la più alta?- e compiute descrizioni della visione di Dio della letteratura di ogni tempo; nella profondità della luce divina egli vede, legato come fogli in unico volume, tutto ciò che per l’Universo a noi appare sparso:

“Nel suo profondo vidi che s’interna,
legato con amore in un volume,
ciò che per l’universo si squaderna.”

(Paradiso XXXIII, vv. 85- 87)

Simone Salvi

Governo dell’Indecenza

In aggiunta a questo post c’è da segnalare che ieri sera, 15 Agosto, il Ministro Salvini ospite di uno speciale della trasmissione In Onda dedicata al disastro di Genova, al momento di congedarsi ha rubato quindici secondi al programma per ricordare i successi di questo Governo, in primis il calo degli sbarchi.
Il Governo dell’Indecenza continua a far propaganda elettorale calpestando i morti e disperati.

Simone Salvi

Il celebre sonetto “La Golaccia” di G.G.Belli (1834) in versione moderna, contro Salvini e pro- migranti

“Quann’io vedo il Sarvini che a sto’ Monno
ppiù ammucchia rancori e ppiù s’ingrassa,
ppiù ha ffame de capestri e vvo’ la cassa
piena de neri da mannalli a fonno,

dico: ohh mmandra de scechi, ammassa, ammassa,
cadaveri de neri che nun ponno,
dar più noia ai ricchi de sto Monno
ma sono in fonno ar mare, ormai melassa.

Respingili, chiudi li porti oggi
per impedì che lo straniero ancora
possa invade l’Italia come oggi

Cosa fa er forestiero poverello
attraversando mare e deserto ora?
Spera, se fa coraggio e abbasta quello.”

Mariano Puxeddu, Luglio- Agosto 2018