Categoria: Cultura
L’amico storico dell’arte Armando Castagno passa in rassegna alcuni capolavori dell’Ottocento pittorico italiano
L’ottimo Claudio Strinati racconta un sommo capolavoro della storia dell’arte
“Se fosse amico il re dell’universo,/ noi pregheremmo lui della tua pace,/ poi c’hai pietà del nostro mal perverso” (Inf., V 91-93)
Questi versi, celebri e bellissimi, non hanno bisogno di parafrasi. Da sempre i commentatori si sono interrogati sull’atteggiamento di Dante nei confronti dei due amanti, fornendo diverse interpretazioni. Certamente si tratta di un comportamento che ad una prima lettura può apparire insolito, alla luce del fatto che ci troviamo nell’Inferno. Ma un atteggiamento simile lo troviamo anche qualche canto più avanti, ancora nell’Inferno, quando Dante incontra il suo maestro Brunetto Latini con il quale vorrebbe addirittura soffermarsi a conversare. Soprattutto, dobbiamo tenere ben presente la distanza tra Dante autore (auctor) e Dante personaggio (agens). Si noti che la parola “pietà” ha 19 occorrenze nella Commedia, 10 delle quali nell’Inferno e ben 3 di esse nel canto di Francesca.
Ascoltiamo il commento di Luca Serianni.
Potremmo dire che ogni giorno è Dantedì, cari amici.
GERARCHIE ANGELICHE, MOSAICO DELLA CUPOLA DEL BATTISTERO DI FIRENZE, 1225-1330 circa
Ricordando un bel pomeriggio dello scorso Novembre.
Video conferenza “Arte e scienza: radici comuni?”- Prof. Sergio Doplicher
Cosmè Tura- Madonna in trono col Bambino e angeli musicanti – 1474 – olio e tempera su tavola
Purtroppo di mano di Piero della Francesca a Ferrara non è rimasto niente.
Menomale che la sua lezione è stata interiorizzata da Cosmè Tura, Francesco del Cossa ed Ercole de’Roberti.
Avete presenti gli angeli musicanti della Natività dipinta da Piero ed oggi a Londra?
Simone Salvi
Cielo di Ottobre 2018
“È così bello fissare il cielo e accorgersi di come non sia altro che un vero e proprio immenso laboratorio di fisica che si srotola sopra le nostre teste.”
Margherita Hack
Galileo Galilei a proposito dell’alfabeto
“Ma sopra tutte le invenzioni stupende, qual eminenza di mente fu quella di colui che s’ immaginò di trovar modo di comunicare i suoi più reconditi pensieri a qualsivoglia altra persona, benché distante per lunghissimo intervallo di luogo e di tempo? Parlare con quelli che son nell’Indie, parlare a quelli che non sono ancora nati né saranno se non di qua a mille e diecimila anni? e con qual facilità? con i vari accozzamenti di venti caratteruzzi sopra una carta. Sia questo il sigillo di tutte le ammirande invenzioni umane, e la chiusa de’ nostri ragionamenti di questo giorno.”
Galileo Galilei, Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, 1632