Questo libriccino in trentaduesimo edito dalla napoletana Libreria Dante & Descartes raccoglie lo scritto apparso in I vini d’Italia di L. Veronelli del 1961 al quale Caproni affida alcuni consigli al turista che in visita a Genova desideri degustare i vini locali; vini ligustici (liguri), appunto. Non prima di dispensare alcune avvertenze all’avventore, affinché “non s’accosti al classico bancone di legno barcaiolo e di zinco, novantanove volte su cento lucido d’ottoni e verniciato a forti tinte come un rimorchiatore, per dire al cambusiere: «mi dia un bicchiere di vino», usando la bella lingua di Dante” ma bensì “dica la stessa cosa in turco, in catanese, in lapponese, in slang” o che “almeno abbia l’accortezza di sostituire alla parola bicchiere la parola gotto senza troppa insistenza sulla doppia Ti”. Le sessantaquattro pagine testimoniano l’allora giovane poeta fine conoscitore e recensore di vini, come quando descrive il bianco di Coronata, “paglierino chiaro, tutto odoroso di zafferano e di cedro” e “un arrubinato gotto di Canavisse, rarissimo perché prodotto col contagocce soltanto nella contrada Ellera di Albisola superiore”, passando per il “biondo Sciacchetrà”. Conclude suggerendo consigli di abbinamento tra cibo e vini locali. Davvero una piacevole e sapida lettura, che restituisce un Caproni pochissimo conosciuto ma sempre grandissimo.
Simone Salvi