Una terzina da Purgatorio XXIII

Purgatorio XXIII, VI cornice, quella dei golosi: tra le anime purganti Dante incontra il suo amico Forese Donati, morto da soli quattro anni. La terzina che si apre con il verso 76 rappresenta uno dei più straordinari passi del parlato di tutta la Commedia; una terzina in cui, come notò la grandissima Anna Maria Chiavacci Leonardi, “le parole dell’uso quotidiano si dispongono nell’endecasillabo come nella loro sede naturale, senza alcun mutamento. Risultato di un’arte matura e profonda, per cui il verso e la terzina divengono quasi il respiro stesso dell’espressione, e la naturalezza ottenuta riflette la spontaneità del rapporto da amico ad amico.

E io a lui: “Forese, da quel dì
nel qual mutasti mondo a miglior vita,
cinqu’ anni non son vòlti infino a qui.

Purg., XXIII 76-78

Per approfondire l’arte del dialogo nella Commedia rinvio a L. Serianni, Per l’italiano di ieri e di oggi, Bologna, Il Mulino, 2017.

 

Simone Salvi

 

Dante e la lirica trobadorica

Quan vei la lauzeta mover” (Quando vedo l’allodoletta muoversi) di Bernart de Ventadorn è una delle più celebri canzoni trobadoriche, qua nell’esecuzione inserita nella magnifica raccolta “Trouverès, Trobadours et grégorien” edita nel 1958 ed ancora oggi disponibile solo su vinile. Il tema della canzone è uno di quelli tipici della lirica trobadorica, ossia la sofferenza per un amore non corrisposto, alla quale l’autore contrappone, in apertura di brano, l’immagine bucolica e serena dell’allodola che vola cantando per poi tacere compiaciuta del proprio canto. A questa immagine ricorre Dante in Paradiso XX, utilizzandola come figurante di una delle tante similitudini che costellano la Commedia, per descrivere il progressivo “indiarsi” degli spiriti giusti disposti a formare la simbolica aquila nel cielo di Giove.
(Indiarsi è uno dei molti esempi di conio lessicale dantesco, e come la più parte di questi risultante da meccanismo di derivazione parasintetico, che compare in Paradiso IV, ad indicare l’internarsi in Dio).

Quale allodetta che ‘n aere si spazia
prima cantando, e poi tace contenta
de l’ultima dolcezza che la sazia,
Par. XX, 73-75

https://www.youtube.com/watch?v=wqrL3j9gV0U&list=OLAK5uy_nQuUttTlPY4IAXL-ijuwCFdIFGsjtvr6Y&index=2

Simone Salvi