“Quan vei la lauzeta mover” (Quando vedo l’allodoletta muoversi) di Bernart de Ventadorn è una delle più celebri canzoni trobadoriche, qua nell’esecuzione inserita nella magnifica raccolta “Trouverès, Trobadours et grégorien” edita nel 1958 ed ancora oggi disponibile solo su vinile. Il tema della canzone è uno di quelli tipici della lirica trobadorica, ossia la sofferenza per un amore non corrisposto, alla quale l’autore contrappone, in apertura di brano, l’immagine bucolica e serena dell’allodola che vola cantando per poi tacere compiaciuta del proprio canto. A questa immagine ricorre Dante in Paradiso XX, utilizzandola come figurante di una delle tante similitudini che costellano la Commedia, per descrivere il progressivo “indiarsi” degli spiriti giusti disposti a formare la simbolica aquila nel cielo di Giove.
(Indiarsi è uno dei molti esempi di conio lessicale dantesco, e come la più parte di questi risultante da meccanismo di derivazione parasintetico, che compare in Paradiso IV, ad indicare l’internarsi in Dio).
Quale allodetta che ‘n aere si spazia
prima cantando, e poi tace contenta
de l’ultima dolcezza che la sazia,
Par. XX, 73-75
https://www.youtube.com/watch?v=wqrL3j9gV0U&list=OLAK5uy_nQuUttTlPY4IAXL-ijuwCFdIFGsjtvr6Y&index=2
Simone Salvi