Necessaria iniziativa quella promossa dai consiglieri di maggioranza del Comune di Lucca e tenutasi nel pomeriggio di ieri, 21 Settembre 2018, nella centrale piazza San Giusto, a seguito dei fatti violenti avvenuti in città pochi giorni orsono. L’incontro, al quale la partecipazione dei cittadini è stata in termini numerici purtroppo ristretta, ha visto l’adesione della sezione lucchese dell’ANPI guidata dalla signora Rosalba Ciucci, per me cara amica. Fino a non molti anni fa i doverosi incontri promossi dallo Stato, dall’ANPI e da altre associazioni antifasciste, si inserivano nel solco di quegli eventi finalizzati a”non dimenticare” quanto il fascismo, le leggi razziali e ciò che da queste è scaturito, hanno rappresentato di nefasto nella storia italiana. Oggi non sono più solo incontri volti a tener viva la memoria di ciò che è stato ma occasioni necessarie di denuncia di quanto sta accadendo. Davvero triste oggi, a poche ore di distanza dal risuonare nella piccola piazza lucchese di splendide parole quali libertà, non violenza, antifascismo, Costituzione ed uguaglianza, leggere quanto è accaduto la notte scorsa a Bari. Alla gravità del fatto si aggiunge l’assordante silenzio, almeno ad ora, del Ministro dell’Interno, che in quanto responsabile dell’ordine pubblico del Paese dovrebbe essere la prima autorità politica ad intervenire in merito all’accaduto. Un silenzio che temiamo sia fortemente eloquente della grave situazione nella quale versa la democrazia italiana, della quale lo Stato dovrebbe essere il più alto garante e che appare ormai trascurata dallo stesso. Durante l’ultima campagna elettorale molti politici non hanno risposto quando si è chiesto loro se si dichiarassero antifascisti, come se l’essere antifascisti fosse un’opinione e non un dovere di ogni cittadino e il fascismo fosse un’opinione e non un reato previsto dalla nostra bella Costituzione. Nella recente commemorazione della strage nazifascista di Sant’Anna di Stazzema, interrogato in merito all’anagrafe antifascista istituita dal Comune di Stazzema, il nostro Ministro dell’Interno si è dichiarato interessato alla sola anagrafe canina. In merito alla nostra Costituzione mi preme ancora una volta ricordare che questa non è neutra, in quanto nata dalle ceneri della follia nazifascista. Ogni cittadino dovrebbe conoscerla, studiarla e difenderla, in quanto espressione della volontà del popolo sovrano, che alle elezioni del 1946 elesse liberamente i membri dell’Assemblea Costituente; quella Costituzione che oggi potrebbe essere l’arsenale pacifista più potente contro ogni volontà di ritorno a un certo passato. Insomma, proviamo a rispondere a colpi di legge a chi le leggi viola. Riporto di seguito un passaggio, a mio avviso significativo, del discorso che Sandro Pertini tenne a Genova il 28 Giugno 1960 in occasione delle proteste contro la convocazione del sesto Congresso Nazionale del MSI:
[…] la folla non poteva che scendere in piazza, unita nella protesta, né potevamo noi non unirci ad essa per dire no come una volta al fascismo e difendere la memoria dei nostri morti, riaffermando i valori della Resistenza. Questi valori, che resteranno finché durerà in Italia una Repubblica democratica sono: la libertà, esigenza inalienabile dello spirito umano, senza distinzione di partito, di provenienza, di fede. Poi la giustizia sociale, che completa e rafforza la libertà, l’amore di Patria, che non conosce le follie imperialistiche e le aberrazioni nazionalistiche, quell’amore di Patria che ispira la solidarietà per le Patrie altrui. […]
Sandro Pertini, Genova, 28 Giugno 1960.
In una Italia nella quale una certa politica fomenta una guerra tra poveri, identificando nel migrante il nemico e il responsabile delle difficoltà di molti italiani, trovo particolarmente significativo il concetto di “amor di Patria” di cui parla Pertini.
Simone Salvi