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G. Ungaretti, Sereno, Luglio 1918
Dopo tanta
nebbia
a una
a una
si svelano
le stelle
Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore del cielo
Mi riconosco
immagine
passeggera
Presa in un giro
Immortale.
Bosco di Courton, Luglio 1918
Giornata mondiale della Poesia, 21 Marzo 2019
In occasione della Giornata mondiale della Poesia 2019, come riflessione sul valore di questo altissimo genere letterario propongo i famosi versi conclusivi del canto XVII del Paradiso di Dante, dove il Poeta, attraverso le parole pronunciate dal suo avo Cacciaguida, mostra piena consapevolezza del suo ruolo di intellettuale e delle potenzialità implicite nella parola scritta.
Evidente il riecheggiare degli splendidi versi di Orazio “Exegi monumentum aere perennius” – ho fatto un monumento che durerà più del bronzo- (Odi, III, 30).
“Coscïenza fusca
o de la propria o de l’altrui vergogna
pur sentirà la tua parola brusca.
Ma nondimen, rimossa ogne menzogna,
tutta tua visïon fa manifesta;
e lascia pur grattar dov’ è la rogna.
Ché se la voce tua sarà molesta
nel primo gusto, vital nodrimento
lascerà poi, quando sarà digesta.
Questo tuo grido farà come vento,
che le più alte cime più percuote;
e ciò non fa d’onor poco argomento.
Però ti son mostrate in queste rote,
nel monte e ne la valle dolorosa
pur l’anime che son di fama note,
che l’animo di quel ch’ode, non posa
né ferma fede per essempro ch’aia
la sua radice incognita e ascosa,
né per altro argomento che non paia.”
Paradiso, XVII, 124- 142