Il 31 Marzo del 1932 nacque Tullio De Mauro. I suoi meriti scientifici sono stati enormi e precoci: basti pensare che la sua “Storia linguistica dell’Italia unita”, che ormai ha assunto il ruolo di classico, uscì quando lui era appena trentunenne. Lo vorrei ricordare con questo frammento autobiografico raccolto nel libro “Parole di giorni lontani” (2006). Forse è il suo libro meno noto, ma lo consiglio, anche come esempio di lettura agile e allo stesso tempo, ovviamente, di bella prosa.

Non potevo che scegliere una pagina in cui si allude a Dante.

 

Ancora per l’iniziativa di Rai Cultura “Le parole dei nostri giorni”, Luca Serianni ripercorre etimologia e uso delle parole “medico” e “infermiere”

https://www.raicultura.it/letteratura/articoli/2020/03/Medico-a9cbd38b-6d3f-48bf-b698-7dd20c7b1d0c.html

Per l’iniziativa di Rai Cultura intitolata “Le parole dei nostri giorni”, Giuseppe Patota ripercorre etimologia e uso della parola “guarire”

https://www.raicultura.it/letteratura/articoli/2020/03/Guarire–3702d38e-1624-4ef4-8307-b15209086d83.html

Per l’iniziativa di Rai Cultura intitolata “Le parole dei nostri giorni”, Luca Serianni ripercorre etimologia e significato della parola “casa”

 

https://www.raicultura.it/letteratura/articoli/2020/03/Casa-21091837-2234-49eb-91aa-4438c8af2f5a.html

Lettera a Francesco Vettori

In questo periodo difficile può forse darci un po’di sollievo leggere la più bella epistola della letteratura italiana, datata 10 dicembre 1513, scritta da Niccolò Machiavelli e indirizzata a Francesco Vettori. Già dal punto di vista puramente linguistico è un capolavoro, composta in quel fiorentino che il grandissimo Arrigo Castellani chiamò “argenteo” e che seguiva quello “aureo” trecentesco di Dante, Petrarca e Boccaccio. Celebre quell’ingaglioffarsi, che è con buona probabilità conio lessicale di Machiavelli secondo il tipico meccanismo dantesco della formazione parasintetica. Un brano in cui si incontrano citazioni di Dante, Petrarca e in cui l’autore annuncia la stesura del suo trattato più noto, il Principe.
Molte cose descritte nella lettera, oggi, costretti a casa, non possiamo farle, ma una sì, e in particolare quella che l’autore racconta di svolgere venuta la sera, quando “rivestito condecentemente” si mette allo scrittorio ed entra nelle “antique corti delli antiqui uomini” e si nutre del loro “cibo“.

Simone Salvi

https://letteritaliana.weebly.com/lettera-a-francesco-vettori.html

Riportiamo anche una bella lettura dell’epistola a cura della professoressa Giovanna Frosini, accademica della Crusca.

http://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/speciali/Rinascimento/3_Frosini.html

 

Intervista a Luca Serianni su Il Messaggero del 27 Marzo 2020

https://media.mimesi.com/cacheServer/servlet/CropServer?date=20200326&idArticle=491292736&idFolder=19337&idChapter=48779&authCookie=-2017628072&trc=pDelivery-t20200326-a491292736-h48779-c4986-d16429-f19337-n4&fbclid=IwAR3ngLco2-AQi8yr7KlqywFZ7k5h8rfn3iWQefgtwoh6W0EsO1VN9qVvMHo