Il Governo detto “del cambiamento” è partito con un notevole vantaggio: l’insediarsi ad inizio estate poco prima delle vacanze di gran parte degli italiani quando i pensieri dei lavoratori erano ormai indirizzati alle tanto attese ferie e in coincidenza con un aumento dei flussi migratori dovuto a condizioni meteo favorevoli. La formazione di questo esecutivo, a seguito di una campagna elettorale roboante di promesse, ha vissuto passaggi incerti e complicati ma alla fine si è trovata la quadra. Forse. Adesso che le vacanze sono finite, che i ponti su cui si passa anche per andare in vacanza crollano o versano in condizioni critiche, che nelle chiese in cui ci si dovrebbe sposare cadono i soffitti, che i genitori dovranno impegnarsi a comprare carta igienica e risme per le fotocopie per la scuola pubblica dei loro figli, che per fare un’analisi medica presso una struttura di Sanità Pubblica si incontrano liste di attesa lunghe fino ad un anno e talvolta di più, che per trovare i fondi necessari a garantire il tanto millantato reddito di cittadinanza si taglieranno risorse alla cultura, che nel caso in cui fosse approvata la flat tax l’operaio rifletterà sul fatto che la pressione fiscale a lui riservata è la stessa che grava sul proprio dentista e che il proprio dentista (absit iniuria verbis) grazie anche ai soldi risparmiati con la flat tax si recherà ancor più facilmente a fare le analisi mediche presso una struttura sanitaria privata, forse ci si renderà conto che il problema dell’Italia non sono quarantamila povere persone che arrivano nel nostro Paese, molte delle quali, peraltro, solo di passaggio. E che l’altro, quel migrante che questo Governo ci propone come arma di distrazione di massa, potremmo essere, o diventarlo, ciascuno di noi.
Simone Salvi