Aggiungo alle parole di Pietro Grasso, che sono tutte da sottoscrivere, quelle di un altro siciliano illustre, Leonardo Sciascia. In un’intervista rilasciata nel 1975, lo scrittore racalmutese ad Enzo Biagi che gli chiede cosa sia il nuovo fascismo risponde: “Qualche cosa che comincia, che si manifesta, con la fine della giustizia”.
“Quando arrestammo Bernardo Provenzano, o quando interrogai Giovanni Brusca, mi trovai davanti uomini che avevano commesso le stragi, fatto uccidere colleghi e amici, progettato il mio omicidio e il rapimento di mio figlio. Potete immaginare il mio stato d’animo. Ho sempre avuto chiaro però quale fosse il mio ruolo: quello di rappresentante dello Stato.
A Provenzano, catturato dopo 43 anni di latitanza, la prima cosa che chiesi fu: “ha bisogno di qualcosa?”; rispose che aveva bisogno di un’iniezione per curare la sua malattia, e rapidamente trovammo il modo di fargliela.
Gli dimostrammo la differenza tra noi e loro: non ci si abbassa mai al livello dei criminali che si combattono, non ci sono e non devono esserci eccezioni.
Questo significa essere uomini e donne al servizio dello Stato.
Penso che la foto di cui tutti parlano, e che ovviamente mi guardo bene dal pubblicare, sia la prova di almeno un paio di reati, e probabilmente una buona arma in mano agli avvocati difensori dell’assassino.
E’ una foto che mi fa male perché quel comportamento infanga il lavoro di migliaia di Carabinieri. Chi rappresenta lo Stato non deve fare queste cose. Chi fa il Ministro della Repubblica non deve giustificarle, come hanno fatto Centinaio e Salvini. Chi – come la Lega – lancia un sondaggio su facebook per aizzare gli istinti più bassi dei cittadini non ha alcun senso dello Stato. E’ pericoloso, sbagliato, e fa male al nostro Paese. Non posso nascondere di essere davvero preoccupato.”
Pietro Grasso