Lettera al Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico sulle questioni TAV e migranti

Pubblichiamo la lettera inviata ieri, 29/VII/2018 dal “periscopista” Mariano Puxeddu al Presidente della Camera dei Deputati, On. Roberto Fico:
Gentilissimo Presidente della Camera dei Deputati, On. Roberto Fico,
Assisto sgomento alla tamburellante campagna mediatica pro-TAV Torino-Lione (tutte le reti Tv e i giornali più diffusi) e alla “santa” alleanza pro-TAV tra grandi imprese, banche, schieramento politico al completo dal PD alla Lega con  destre annesse. Ormai solo gli abitanti della Val di Susa e il Movimento 5 Stelle si oppongono alla realizzazione di quel progetto inutile e costosissimo. I tre libri che Le ho inviato possono fornire argomenti utili per contrastare le argomentazioni dei pro-TAV. Data la loro lunghezza ritengo utile allegare alla presente un file “TAV sintesi” che riassume le critiche al progetto da parte di illustri luminari contenute nel volumetto “Travolti dall’Alta Voracità”. Questo file, che scrissi nel 2007, conserva ancora oggi tutta la sua validità e soprattutto condensa credo assai bene il contenuto di quell’aureo libretto. Nella versione che Le accludo le parti in rosso sono le mie sottolineature attuali al testo di 11 anni fa. Il pacco con i tre libri e le mie osservazioni è stato da me spedito intorno al 13 giugno anche alla Presidentessa del Senato, al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, ai due Vice-Presidenti Onorevoli Di Maio e Salvini e al Ministro delle Infrastrutture On. Toninelli. Lei Signor Presidente è stato il primo a comunicarmi l’avvenuta ricezione del pacco e a ringraziarmi per l’invio con e-mail del 20 giugno. Ho anche ricevuto, al riguardo,  una e-mail della Sua Segreteria il 26 luglio. La Presidentessa del Senato mi ha inviato un biglietto di ringraziamento autografo datato 18 luglio. Non ho per ora ricevuto alcun riscontro dagli altri destinatari. Le segnalo che tra gli articoli da me inviati ve ne sono alcuni che smontano gli argomenti dei pro-TAV, tra cui le ipotetiche penali da pagare. Da notare poi che l’argomentazione usata dall’On. Salvini della serie “ormai si è speso tanto, finiamo di costruire la TAV” è confutata, soprattutto nel libretto di cui sopra, dal capitolo di Ivan Cicconi, scomparso di recente, già capo di gabinetto del ministro dei Lavori Pubblici Nerio Nesi nel governo Amato 2000-2001. Tale capitolo quantifica le spese astronomiche che lo Stato Italiano dovrà affrontare nei prossimi decenni per la realizzazione dell’intero progetto di rete TAV  su tutto il territorio nazionale. Questo significa che, cassato il TAV Torino-Lione, perdere due miliardi già spesi vuol dire risparmiare sui folli oneri futuri. Le accludo, oltre al riassunto “TAV sintesi”, il riassunto di una brochure svizzera con tutti i dati sui grandi trafori del Lötschberg e del Gottardo uno dei quali di lunghezza comparabile a quello del TAV Torino-Lione, 57 km, che ha richiesto 17 anni di lavoro e una spesa decollata dagli inziali 19 miliardi di franchi svizzeri ai finali 24 miliardi (20,71 miliardi di euro, aggiornamento preso da altro sito internet)) cifra assai più alta di quella che viene strombazzata sui giornali e nei canali televisivi per il TAV Torino-Lione. Si tratta pertanto di un investimento folle: 20,71 miliardi di euro per soli 2400 posti di lavoro, quando con simili somme si potrebbero creare con piccole opere pubbliche centinaia di migliaia di posti di lavoro. Le allego infine gli indirizzi e-mail di tutti i comitati No-TAV  italiani con aggiunta di uno spagnolo da me raccolti nel 2007 (molti di essi potrebbero non essere più attivi).
Sono perfettamente in sintonia con Lei, Signor Presidente, riguardo al  fenomeno biblico delle migrazioni. Anche su questi argomenti ho raccolto una colossale documentazione ( libri, siti internet, specie quelli non allineati al sentire comune, riviste, articoli di giornale ecc.) che mi servirà per redigere un dossier molto corposo sui migranti al quale aggiungerò alcune idee interessanti sul come risolvere i problemi dell’integrazione e del risanamento delle periferie degradate in cui ghettizziamo i migranti creando seri  problemi di convivenza tra poveri stranieri in arrivo e poveri residenti. Sull’argomento Le segnalo la rivista LEFT.
Per quanto sia consapevole dei numerosissimi impegni che La attendono in quanto Terza Carica dello Stato, sarei molto lieto se fosse possibile incontrarLa di persona.
Nel ringraziarLa per la Sua cortese attenzione, Le invio i miei migliori saluti.
Mariano Puxeddu, geologo CNR
Gli allegati sono disponibili su richiesta contattando i curatori del blog.

Lo smalto di Josefa

La questione dello smalto sulle mani della povera Josefa è segno tangibile dello stato di disumanizzazione che si sta raggiungendo. Chiariamo i fatti: lo smalto le è stato messo dai soccorritori a bordo dell’Open Arms per cercare di tranquillizzarla, per cercare di tornare a farla sentire l’essere umano e la donna che di fatto è, insomma, per cercare di somministrarle qualche goccia di umanità e normalità in un contesto drammatico. Ma anche se l’avesse avuto già prima? Qual è il problema, che una donna africana non può indossare lo smalto perché allora si pensa che non sia vero che scappi dalla povertà? In queste osservazioni c’ è lo stesso squallore che c’era nel video girato qualche anno fa da Salvini in un centro di accoglienza migranti, nel quale l’attuale Ministro dell’Interno segnalava come quei ragazzi fossero vestiti bene e ascoltassero la musica. E allora? Stiamo parlando di esseri umani, che in quanto tali hanno diritto almeno ad un po’di umanità. Forse qualcuno se lo sta dimenticando.
Anziché perdersi in questo vergognoso chiacchiericcio dovremmo riflettere sul fatto che questa povera donna, dopo essere stata soccorsa e portata a bordo della nave in stato di shock, non ripeteva altro che “No Libia, no Libia” e mostrava segni di percosse sul corpo. Sì, è vero, sono calati gli sbarchi, ma a quale prezzo? Sono aumentati i morti in mare e in Libia, nei lager, si continuano a violare i diritti umani. Ogni giorno persone intercettate e fermate dalla sedicente Guardia Costiera libica per essere riportate indietro si buttano in mare, piuttosto che rischiare di tornare là. Questo non vi dice niente?
Svegliatevi dal torpore provocato dalle pillole che vi somministra Salvini. Siete/siamo, ancora in tempo.

Simone Salvi

http://www.repubblica.it/cronaca/2018/07/23/news/bufala_smalto_josefa_open_arms_migranti-202474909/

 

Morire di fame: meglio che morire in guerra?

L’Italia finanzia la Libia con l’intento di stroncare, non il traffico di esseri umani  bensì le migrazioni che disturbano la nostra  cattiva coscienza di ex-colonialisti. L’Europa vuole liberarsi dal fastidio di vedere migranti poveri a ogni angolo di strada e preferisce sigillarli nell’inferno  sub-Sahariano. Ivi essi dovrebbero sopportare Boko Haram, desertificazione e siccità, morire di fame inchiodati laggiù, dopo aver sopportato 100 anni di colonialismo predatorio e aver patito gli effetti di 50 anni di global warming imposto loro dai paesi ricchi. I migranti, ora, qui, ci chiedono il conto. Piantiamola con l’ipocrita distinzione tra profughi e migranti economici! I bimbi che muoiono di fame nel Corno d’Africa hanno meno diritti dei profughi siriani e iracheni? Come dovevano comportarsi Argentina, Brasile e Usa con milioni di migranti economici italiani tra fine ‘800 e inizio ‘900? Ricacciarli a fare la fame nelle campagne italiane? È così difficile accogliere migranti ?  Brindisi, 95.000 abitanti,  nel 1991  accolse 27.000 albanesi in due giorni e li integrò. Occorrono oggi, subito, non fra cent’anni un Piano Marshall per l’Africa e, nei fatti, non a parole, una vera iniziativa europea per trasformare i lager in centri di accoglienza. Altrimenti l’Europa sarà corresponsabile delle atrocità e complice degli aguzzini, noti ex scafisti trasformati di volta in volta in membri della guardia costiera o in kapò. Per chi accusava le Ong di complicità con gli stessi scafisti, un bel titolo di merito!

Mariano Puxeddu