Giugno 2018, Mar Mediterraneo: la nave statunitense Trenton impegnata nel soccorso ai migranti si è trovata costretta a sbarcare in mare i cadaveri di 12 persone. La responsabilità prima di quanto accaduto è del neo Ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini e nella sua decisione di chiudere i porti italiani alle navi delle ONG o a qualsiasi nave non italiana. La nave dopo aver recuperato alcuni migranti coinvolti in un naufragio, tra i quali dodici cadaveri, non essendo dotata di celle frigorifere a bordo ha lanciato richiesta alle navi vicine di accogliere a bordo i 40 migranti sopravvissuti per evitare loro di restare a bordo insieme ai cadaveri di coloro che non ce l’hanno fatta. Alla richiesta ha risposto la SeaWatch 3, dell’organizzazione SeaWatch. Il trasbordo sarebbe dovuto avvenire in un porto sicuro, che nel caso in questione sarebbe stato un porto italiano. A causa della decisione del Ministro dell’Interno, la Trenton e la SeaWatch 3 non hanno potuto attraccare in porto per svolgere l’operazione in sicurezza. Questo ha portato alla tremenda decisione di doversi disfare dei cadaveri a bordo sbarcandoli in mare. I nostri padri greci indicavano tra i doveri comuni a tutti gli uomini quello di seppellire i cadaveri. Nel canto XXIV dell’ Iliade si legge di Achille che restituisce il corpo straziato del nemico Ettore al di lui padre Priamo, affinché questi possa dargli dignitosa sepoltura. Celebre è la vicenda di Antigone, eroina che si oppone all’autorità e praticando uno dei primi atti di disobbedienza civile della letteratura seppellisce il fratello, considerato dal sovrano nemico della patria in quanto aveva combattuto contro questa, andando così contro il divieto che le era stato imposto. Nel “De officiis” (Sui Doveri) di Cicerone, si legge che i Latini inserirono tra i “communia”, cioè tra gli obblighi comuni a tutti i popoli, il seppellimento dei cadaveri, oltre a quelli di dar da bere agli assetati, cibo agli affamati e di indicare la strada al viandante che si è smarrito, indipendentemente dal fatto che questi fossero cittadini membri della stessa comunità o di stranieri.
Oggi, in questo stesso mare che i nostri Padri navigavano, a causa di responsabilità italiane, si lasciano cadaveri. Nel mezzo tra la civiltà greca e quella latina si colloca il Vangelo, dove tra le Sette Opere di Misericordia sono indicate il dar da mangiare agli affamati, bere agli assetati e l’accoglienza del forestiero. Forse queste pagine del Vangelo di Matteo mancano dall’edizione in possesso di Salvini e sul quale lui ha giurato? Alla luce delle sue decisioni a lui vorremmo dire: dato che ha citato il “Perché non possiamo non dirci cristiani” di Benedetto Croce, le rivolgiamo la stessa frase appena modificata, invitandola a riflettere sulla sua condotta di Ministro: ecco perché lei non può dirsi cristiano.
Simone Salvi