Leonardo Sciascia e il vino

Leonardo Sciascia spilla il vino dalla botte nella cantina della sua casa in campagna Noce, nei dintorni di Racalmuto. Vino che poco dopo avrebbe versato ai suoi commensali. Colui che è stato probabilmente il più grande scrittore italiano della seconda metà del Novecento, sicuramente quello dotato di uno sguardo tra i più lucidi sul suo tempo, era astemio. Sono venuto a conoscenza di questa nota di costume pochi giorni fa e subito, ad un banale dispiacere, ha fatto seguito lo stupore. Sciascia ha spesso scritto sul vino e intorno al vino in molte pagine della sua produzione letteraria. Omaggiando Omero ha intitolato la sua più preziosa e compiuta raccolta di racconti “Il mare colore del vino”, titolo che è citazione pressoché inalterata di quell’ “oinopa ponton” sul quale navigò Odisseo. Ha scritto la prefazione di quel prezioso libro che è “Di terra e di cibo” di Salvatore Vullo, ha tenuto un ricettario e il vino è stato nella sua penna prima che fosse nelle penne dei molti, forse troppi, che ne scrivono oggi. Col vino ha avuto il rapporto più diretto possibile, producendolo. Nel 2009 il Vinitaly dedicò un convegno a Leonardo Sciascia e alle sue pagine dedicate all’enogastronomia. Penso che oggi sarebbe il caso di ripetere eventi del genere. Fosse solo per diffondere l’opera di questo Gigante. Da parte mia, che ricorro alle sue pagine anche a scopo terapeutico, o almeno consolatorio, va a lui un immenso e perpetuo grazie.

Simone Salvi

SICILY. Racalmuto. Italian writer Leonardo SCIASCIA in the cellar of his country house.