REMBRANDT
Cena in Emmaus
olio su carta
1629
Parigi, Museo Jacuqemart-André
REMBRANDT
Cena in Emmaus
olio su carta
1629
Parigi, Museo Jacuqemart-André
Sarebbe l’ora; insieme a una lotta SERIA all’evasione fiscale.
Quello che abbiamo in comune è la nostra cultura. Una cultura che nasce in Grecia, su cui abbiamo speculato e che ancora sfruttiamo. Il modo in cui l’Europa ha trattato la Grecia è come se avesse maltrattato le sue stesse radici. È come se non avessimo tratto insegnamento da queste migliaia di anni. L’Europa ha dimostrato di non capire nulla di ciò che è nella realtà l’Europa. L’Europa è il Partenone. L’Europa sono i templi di Agrigento. L’Europa è la cultura e la civiltà. La culla della cultura e della civiltà in questo mondo.
A. Camilleri, 2014
Cari amici, vi segnalo questa bella lezione di Alessandro Barbero che svolge il tema del contesto storico della Firenze dei tempi di Dante, con estrema dovizia di dettagli a partire dalle citazioni delle fonti dell’epoca. Anche a coloro che hanno consuetudine con le lezioni di Barbero questa potrà risultare piuttosto impegnativa, come spiegato dallo stesso storico a inizio del suo discorso. Ma credetemi, qualora aveste voglia e tempo (poco più di un’ora), vale davvero la pena. Ah, mi raccomando: mettetevi comodi ma dotati di carta e penna.
Simone Salvi
Più o meno così appariva il Foro Romano, poco meno di quattrocento anni fa, allo sguardo di un grandissimo pittore e disegnatore.
Oggi ricorrono cinquecento anni dalla morte di Raffaello e forse anche i cinquecentotrentasette dalla nascita. Per celebrarlo la prendo un po’alla larga, consigliandovi l’ascolto di questa trasmissione messa in onda da Radio3 nello scorso ottobre, in cui Anna Ottani Cavina, Pierre Rosenberg, Roberto D’Agostino e Ludovica Ripa di Meana, tutti e quattro con la voce commossa, ricordano gli incontri con Federico Zeri nella sua casa di Casali di Mentana. Dai dialoghi traspare la dimensione più intima, e forse inaspettata, del gigantesco studioso: la cura del roseto, l’affetto per i figli della coppia che gli governava la villa, il suo considerarsi un “dannato della memoria”. Perché Zeri per ricordare Raffaello? Un po’ perché Zeri è una figura alla quale pur senza averlo conosciuto personalmente sono molto legato, sia perché dopo il celebre epitaffio scritto da Pietro Bembo, trovo le parole che Zeri dedicò a Raffaello siano tra le più appropriate ed efficaci: “Conoscere a memoria tutta l’opera di Raffaello aiuta a essere felici”
Simone Salvi