Ancora Caproni.

Possiamo dire con fermezza che Caproni sia stato uno degli ultimi a comporre poesie in perfetta osservanza dell’etimologia greca del termine: “poieo” = “fare“. Una tecnica finissima e la cura per il dettaglio più minuto (le iterazioni, le assonanze e perfino il ricorso all’anadiplosi, gloriosa figura retorica già tanto cara al “padre Dante“) non stingono minimamente l’ardenza del sentimento del ricordo. Questa è tratta dai Sonetti dell’anniversario, sezione di Cronistoria, e come le altre della raccolta è dedicata alla memoria della fidanzata Olga Franzoni, morta giovanissima tra le braccia del poeta.

Simone Salvi

 

Segnaliamo con piacere che il Premiolino 2020 è stato assegnato all’ottimo Nello Scavo

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Due libri su Dante

Cari amici,
vi segnalo due libri su Dante: già disponibile quello di Alberto Casadei, in uscita prevista per l’8 Ottobre quello di Alessandro Barbero.
Sono in contatto con il professor Barbero e con l’editore Laterza per organizzare una presentazione lucchese di questa attesissima biografia di Dante: non è cosa facile visti i numerosi impegni dell’Autore, ma ce la sto mettendo tutta. Vi terrò informati circa la data e la sede.
Simone Salvi

Una conferenza davvero bella. Luca Zuliani prende le mosse dall’analisi di “Alba”, poesia liminare de “Il passaggio di Enea”, per svolgere alcuni dei temi ricorrenti in gran parte della produzione di Caproni e che in questo sonetto sono già accennati.

Don Roberto il Vangelo non lo predicava soltanto, ma lo metteva in pratica con l’azione

Traggo occasione da questo post spiccatamente tendenzioso di Andrea Scanzi sul caso per ricordare che Don Roberto Malgesini non è stato ucciso a causa della mancata applicazione del provvedimento di espulsione di colui che ieri è diventato il suo uccisore ma dal fatto che quest’ultimo è affetto da gravi problemi psichici. Don Malgesini non chiedeva i documenti a coloro che aiutava (come riporta un articolo su Avvenire di oggi), né si preoccupava di verificare se questi fossero “regolari” o “irregolari”. Lui agiva nella consapevolezza di trovarsi davanti a una persona bisognosa di aiuto.
Se riuscissi a pregare, davanti a tanto Vangelo lo farei. Davvero.
Simone Salvi
Ecco il post di Scanzi:
Ormai la nostra è una contemporaneità scandita dalla tragedia. Ogni giorno è come se morisse un pezzetto di speranza. Un altro, e poi un altro ancora.
Don Roberto Malgesini era “il prete degli ultimi”. A Como lo conoscevano tutti. È stato ucciso stamani a coltellate proprio da un “ultimo”, quasi a voler aggiungere tragedia alla tragedia.
L’assassino è un 53enne tunisino. Attorno alle 8 si è presentato in caserma dai carabinieri e si è costituito. È un senzatetto. Don Roberto lo conosceva, gli forniva assistenza, sembravano in buoni rapporti.
“Aveva problemi psichici e dei provvedimenti di espulsione non eseguiti fin dal 2015”, dice ora il direttore della Caritas di Como. La Questura non ha confermato i problemi psichici, ma il provvedimento di espulsione sì.
L’ultimo, datato 8 aprile, è stato sospeso per l’emergenza Covid. Un fatto semplicemente inaccettabile, non tanto e non solo per l’ultima sospensione, ma perché il primo provvedimento è ormai vecchio 5 anni.
Com’è stato possibile? Ci rendiamo conto che la gestione dell’immigrazione deve trovare per forza un punto di ricaduta tra il razzismo di certa destra e l’iper-tolleranza di certa sinistra? Sarebbe bastato applicare la legge, e oggi don Roberto sarebbe ancora vivo.
Stiamo morendo tutti. Di ignoranza, ignavia, arroganza, cinismo e follia.
Che brutti tempi

Il secondo incontro tra Dante e Beatrice

L’episodio è narrato nella Vita Nova (1, 12): dopo un primo incontro avvenuto nel 1274, quando Dante aveva solo nove anni, il Poeta e Beatrice si incontrano di nuovo nove anni dopo. Dante è ormai diciottenne, Beatrice, nata nel 1266, ha un anno meno. Rinvio al testo per approfondire i dettagli di quel secondo incontro, tra l’altro descritto con insistita attenzione agli sconvolgimenti emotivi di un adolescente innamorato. Il fatto è stato fissato su tela nel 1883 da Henry Holiday, dotato pittore appartenente al gruppo dei Preraffaelliti, il quale commette però un errore nella resa di un particolare storico, mentre è minuziosa la ricostruzione dell’architettura della Firenze dell’epoca di Dante (il Ponte Vecchio, che sarebbe stato poi spazzato via dalla alluvione del 1333, allora era effettivamente in restauro). Al tempo dell’incontro Beatrice era una donna sposata e dunque non sarebbe mai uscita di casa senza la “benda”, il velo nero con soggolo che ricopriva capelli e mento prescritto alle donne maritate e a cui Dante allude in un notissimo passo di Purgatorio XXIV parlando di Gentucca, la donna lucchese non ancora sposata (“non porta ancor benda”), la cui identificazione è incerta e assai discussa, che gli farà amare la città: ”Femmina è nata, e non porta ancor benda”,/ cominciò el, “che ti farà piacere la mia città,/ come ch’om la riprenda.” Purg. XXIV, 43-45

Simone Salvi

HENRY HOLIDAY
Dante e Beatrice
olio su tela
1883
Liverpool, Walker Art Gallery