Ritratti di Dante

Numerosi sono stati i pittori che a partire dal terzo decennio del Trecento hanno raffigurato Dante nelle loro opere. La fama del Poeta, quando egli era ancora in vita, crebbe parallelamente al successo che la sua Commedia ebbe già subito dopo la messa in circolazione delle prime due Cantiche. Un elenco in ordine cronologico che citi almeno i pittori più famosi non può trascurare Giotto (o comunque artisti della sua bottega), Taddeo Gaddi, Andrea del Castagno, Domenico di Michelino, Sandro Botticelli, Luca Signorelli, Raffaello, Agnolo Bronzino, fino ad arrivare a Salvador Dalì. In rete potete trovare facilmente i ritratti eseguiti dagli artisti summenzionati e da molti altri, qua ne pubblico due per alcuni motivi che subito spiego. Quello in alto, di scuola giottesca, si trova sulla parete raffigurante il Giudizio Universale nella Cappella della Maddalena in quello che oggi è il Palazzo del Bargello, a Firenze. L’affresco, la cui datazione è compresa tra il 1332 e il 1337, per la sua collocazione temporale ha buone probabilità di essere, ad oggi, la raffigurazione più fedele di Dante. Un affresco che subito ci suggerisce di ripensare la forma del naso del Poeta ormai entrata nell’immaginario collettivo, ridimensionandone l’aspetto aquilino. Il ritratto in basso, quello più celebre tra i molti del Poeta dato anche l’altissimo valore artistico del luogo in cui è collocato, è opera di Raffaello Sanzio ed è datata 1509. Dante è raffigurato nella parte inferiore dell’affresco noto come “Disputa del Sacramento”, facente parte del ciclo di pitture che decorano la Stanza della Segnatura. Una crepa nell’intonaco fende il volto del Poeta, qui raffigurato nel concilio di teologi, dottori della Chiesa e pontefici che rappresentano la Chiesa cosiddetta militante, collocata al di sotto di quella trionfante formata dalla Trinità circondata dalle più alte gerarchie angeliche, Maria e Giovanni Battista e altri angeli. Occorre precisare che Dante nella Stanza della Segnatura compare ritratto due volte: oltre che nella Disputa lo troviamo anche accanto ad Omero nell’affresco raffigurante il Parnaso, anche questo, come tutti gli affreschi della Stanza, opera di Raffaello. Il Dante della Disputa, sicuramente più corrispondente all’idea più comune del suo volto, è stato scelto come immagine dell’enorme progetto NECOD, Nuova Edizione Commentata delle Opere di Dante. Il prezioso progetto editoriale, comprendente 8 volumi in 15 tomi, della Salerno Editrice e promosso dal Centro Pio Rajna di cui trovate i dettagli cliccando sul link http://www.centropiorajna.it/nuova_edizione.html , ha già licenziato alcuni dei suoi lavori, ultimo dei quali, questo mese, un’edizione commentata della Commedia basata sulla nota edizione di Petrocchi (1968) sottoposta ad una attenta revisione nel dettato e nell’interpunzione, accompagnata ad un Dizionario della Divina Commedia. Il terminus ante quem per la pubblicazione di tutta l’opera è stato fissato nel 2021, Settecentenario della morte del Poeta.

Simone Salvi

     

 

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