Tullio De Mauro sulla lingua di Dante

Questo nocciolo funzionale del nostro apparato lessicale è anche la parte più antica. Quando Dante comincia a scrivere la Commedia il vocabolario fondamentale è già costituito al 60%. La Commedia lo fa proprio, lo integra e col suo sigillo lo trasmette nei secoli fino a noi. Alla fine del Trecento l’attuale vocabolario fondamentale italiano è configurato e completo all’81,5%. Ben poco è stato aggiunto dai secoli seguenti. Tutte le volte che ci è dato di parlare con le parole del vocabolario fondamentale, e accade quando riusciamo a essere assai chiari, non è enfasi retorica dire che parliamo la lingua di Dante. È un fatto.

De Mauro Tullio, La fabbrica delle parole, Torino, UTET, 2005

Il 31 Marzo del 1932 nacque Tullio De Mauro. I suoi meriti scientifici sono stati enormi e precoci: basti pensare che la sua “Storia linguistica dell’Italia unita”, che ormai ha assunto il ruolo di classico, uscì quando lui era appena trentunenne. Lo vorrei ricordare con questo frammento autobiografico raccolto nel libro “Parole di giorni lontani” (2006). Forse è il suo libro meno noto, ma lo consiglio, anche come esempio di lettura agile e allo stesso tempo, ovviamente, di bella prosa.

Non potevo che scegliere una pagina in cui si allude a Dante.