Uso antico di “piuttosto che”

Marco Polo ne Il Milione scrive del “vino di riso” e usa il nostro “piuttosto che” nella sua accezione più antica, ovvero con il valore di “più rapidamente”, dove più e tosto sono parole separate. Quella de Il Milione, insieme alla coeva presenza nella Retorica di Brunetto Latini, sono tra le attestazioni più antiche di una locuzione, il cui odierno oscillare tra l’uso con valore comparativo (quello corretto) e l’uso con valore disgiuntivo, è oggetto di ricorrenti discussioni linguistiche.

“ch’egli è meglio da bere che nullo altro vino: egli è chiaro e bello e inebria piú tosto ch’altro vino, percioch’è molto caldo.”