Lettera al Ministro dell’Interno a proposito della situazione della nave Aquarius

La lettera che pubblichiamo è stata inviata poco fa al Ministro dell’Interno.

Sig. Ministro dell’Interno,

con il voto di ieri si spera che la campagna elettorale si sia chiusa definitivamente. Avete avuto un’ulteriore consenso e lei si rende conto che se dovesse correre da solo, allo stato dei fatti, avrebbe il Paese in mano. Adesso permetta alla nave Aquarius di attraccare in un nostro porto. Non so, in termini giuridici, a chi spetterebbe accogliere la nave, ma anche se spettasse a Malta, perché dobbiamo fare il loro stesso gioco e sulla pelle di esseri umani? Poi gli accordi internazionali e il Codice di Navigazione stabiliranno le competenze e risolveranno la situazione in termini giuridici, ma adesso la priorità è salvare vite, agire da esseri umani verso altri esseri umani bisognosi. Esiste un diritto naturale oltre a quello scritto, non perdiamo anche l’umanità. Da Ministro dell’Interno la situazione a bordo della nave la conosce sicuramente meglio di me che leggo notizie sui giornali e in rete. Ci sono donne incinte, bambini, persone bisognose di ospedalizzazione. Credo che se su quella nave ci fossero i suoi figli o dei suoi cari non agirebbe così. La sua biografia riporta che lei si è diplomato al Liceo Classico (beato lei, ogni giorno rimpiango di non averlo fatto a suo tempo e oggi studio il greco antico da solo), quindi ricorderà il Mediterraneo cantato da Omero; un Mediterraneo intriso di accoglienza, come riportano numerosi passi dell’Odissea. Ricorda la risposta di Menelao, Re di Sparta, all’arrivo di Telemaco alle porte del suo palazzo? Le guardie stanno per cacciare lo “straniero” ma il Re le redarguisce ricordando loro che “Noi pure mangiando molte cene ospitali di straniere genti siam giunti fin qui” (Odissea, Libro II, vv. 33-34) e accoglie i forestieri. Sicuramente avrà imparato che in Greco antico le parole “straniero” e “ospite” hanno la stessa radice, la parola “Xeno”, alla quale sempre più spesso permettiamo che sia aggiunto il suffisso “fobia”. Non dimentichi da dove veniamo e non trasformiamo il bellissimo Mediterraneo in un mare di morte. Ieri ha avuto sì l’ennesimo consenso elettorale, ma c’è una parte di Italia che da ieri mattina si sta vergognando di vivere in questo Paese. Pensi anche a noi e, soprattutto, a quei nostri fratelli in mare.

Simone Salvi

Mariano Puxeddu

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